Qui so tutti poeti poi non ti stringono le mani.
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Tipo per sempre
Chiudo gli occhi
nella mente quel volto chiaro
occhi scuri, calamitici direi
lingua parassita, avara di oggi
le cosce tese tra le labbra socchiuse
lotta tra titani
animali affamati di carne
brandelli di anime in vicoli bui
dita artiste aggressive di marmi infuocati
dolori di ieri orgasmi di oggi
senza promesse
senza domani
senza controllo.
Immaginaci
tipo io e te
tipo la fame anatomica
tipo l oblio mentale
tipo la leggerezza
tipo le tue mani
tipo le mie mani
tipo adesso senza domani
tipo per sempre.
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Ogni volta
Ogni volta che ti do le spalle e mi tuffo nel mio domani, porto con me instantanee dei tuoi respiri, dei tuoi lineamenti per me così duri e diversi, dei battiti che perdo ogni volta che accarezzi le mie mani e le tue labbra incontrano le mie, del confine della tua bocca così affamata e maliziosamente disegnata, delle dita che danzano sulla pelle d'oca dell'anima, dei tuoi occhi che graffiano e mordono e marchiano la pelle come un tatuaggio, mi porto via stretta in un sacchettino fatto di possibilitá ed addii la me più vera quella che di questo mondo è follemente innamorata, quella dei dettagli e dei respiri mancati, quella che ho appena conosciuto e ho già paura di perdere. Ogni volta mi porto via l'odore inebriante del tuo collo e delle tue spalle armi a doppio taglio che tutto donano e tutto tolgono, mi porto via il profumo della vita che per la prima volta ho imparato a respirare, mi porto via le radici a cui rimango attaccata in previsione dell'albero che sará il mio nutrimento.
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Le tue malconcie parole
Ti ho amato dal primo istante, da quell'istante interminabile nel quale i miei occhi si sono tuffati nei tuoi perdendo consistenza e sfumando nell'infinito, dalle prime tue malconcie parole rimbombate nella stanza tra i pensieri e le assenze, dalle mani che abilmente disegnarono i confini dei desideri per anni sotterrati. Ti ho amato dalla prima bugia, quella falsa aspettativa che mi ha portata a danzare sulle tue labbra sulle note di un violinista incerto e speranzoso, dalla lingua che batteva ardentemente le note dei miei orgasmatici pensieri sui denti bianchi, da quel muro che ha conosciuto le mie curve e i miei pindarici vorrei, da quella notte in cui catturai la spensieratezza e me ne nutrii avidamente, da quella mano che era nido della mia, da quel che ero e sono in tua presenza, da quel niente che diventó pienezza e presente.
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Il discorso è che ti amo più di quanto abbia mai amato, pur non amandoti.
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